Quartier (Calle, Corte di) a S. Giuliano. Sono chiamate negli Estimi «Calle» e «corte di Ca' Quartier». Nella «Mariegola» della «Scuola di S. Cristoforo all'Orto», che incomincia dal 1377, ed arriva al 1546, figura qual confratello un «Zuane di Quartieri», che anteriormente era ascritto alla Scuola di Carità, come si ritrae da una delle «Mariegole» di quel pio sodalizio (an. 1353-1371).

Abbiamo memoria di un Marino di Quartieri, che, trovandosi alle nozze del N. U. Donato Michiel, e vedendo che Chiara moglie del N. U. Marco Salamon da S. Maria Formosa aveva incespicato uscendo dal ballo, le gridò contro: «al collo!» con altre ingiuriose parole al di lei indirizzo. Perciò fu condannato, con sentenza contumaciale 24 marzo 1389, a tre mesi di carcere ed a non potere per dieci anni, vita durante di essa Chiara, farsi vedere nelle contrade finitime alla di lei abitazione.

Anche la «Calle Gregoriana» alla Madonna dell'Orto è detta «del Quartier». Vedi Gregoriana (Calle) o del Quartier.

Querini (Campiello, Ponte) a S. Maria Formosa. Dal palazzo che apparteneva alla famiglia Querini, e precisamente al ramo di essa soprannominato «Stampalia» perché un «Zuane Querini», bandito da Venezia nel 1310 per la congiura di Bajamonte Tiepolo, andò a Rodi, e comperò l'isola di Stampalía, che rimase ne' suoi discendenti fino al 1537, in cui Barbarossa, capitano dei Turchi, ridusse in suo potere tutte le isolette dell'Arcipelago, eccettuata Tine. Fino dal 1350 noi troviamo nelle «Genealogie» di Marco Barbaro un «Fantin Querini» (che è il figlio del suddetto «Zuane») «Signor di Stampalia», domiciliato in parrocchia di S. Maria Formosa. E tre Querini da S. Maria Formosa furono fra gli estimati del 1379.

La famiglia Querini, che diede il nome ad altre strade di Venezia, discende, se badiamo ai cronisti, dalla gente Sulpizia di Roma, chiamata anche Galbaja, o Galbana, e celebre per aver prodotto Galba imperatore. Si crede che, all'epoca delle sanguinose proscrizioni dei Triumviri, abbandonasse Roma per Padova, donde alla venuta d'Attila passasse a Torcello, e finalmente a Rialto nei primissimi tempi. Tribuni antichi, ed i due dogi padre e figlio, Maurizio e Giovanni Galbajo, il secondo dei quali ebbe per collega un altro Maurizio suo figlio, nobilitarono, come vuolsi, questa famiglia. Il certo si è che uscirono dal suo seno molti dignitari della Chiesa, molti magistrati, e molti valorosi guerrieri. Sono degni di speciale ricordo fra questi ultimi Ottone che combatté a fianco d'Enrico Dandolo nell'impresa di Costantinopoli, ed ebbe in possesso l'isole di Nixia, Paros, e Santorino; Leonardo che si distinse contro Federico II imperatore, e nel 1238 liberò Costantinopoli dall'assedio; Marco che fece parte della crociata contro il tiranno Ezzelino e nel 1255 acquistò il luogo delle Papozze da Tealdin Papozzo, ferrarese, laonde i suoi discendenti si chiamarono «Querini dalle Papozze»; Nicolò generale contro i Ferraresi nel 1308; Marco, detto della «Ca' Mazor», uno dei capi, ed anzi si può dire il principale sostegno della congiura di Bajamonte Tiepolo, che nel 1310 trovò la morte in «Piazza S. Marco» sotto il ferro di Marco Giustinian; un altro Marco, chiamato dal Capellari «capitano invittissimo, et formidabile flagello della superbia ottomana», che fu uno degli eroi alle Curzolari nel 1571. E qui, poscia che abbiamo toccato le guerre sostenute dai Veneziani contro i Turchi, dobbiamo fermarci nel tessere tutte le prodezze che in ogni occasione vennero da essi operate. Termineremo col far menzione piuttosto d'un altro genere di gloria, che procacciò all'indicata famiglia, in tempi da noi meno lontani, Angelo Maria, cardinale e distinto letterato.

Il Sanudo nei «Diari» fa cenno più fiate del palazzo Querini Stampalia a S. Maria Formosa, raccontando come nel 3 gennaio 1525 M. V. la compagnia della Calza, detta dei Valorosi, vi celebrò una bella festa per le nozze d'una Querini con Francesco Mocenigo; come un'altra festa vi fu data il 27 marzo 1530 dall'altra compagnia, detta dei Floridi, per onorare il marchese di Monferrato; come finalmente una terza festa vi ebbe luogo il 18 maggio 1533, essendo signore della compagnia dei Cortesi Agostino Querini q. Giovanni.

Ai tempi del Governo Provvisorio di Venezia, abitando il piano superiore di questo palazzo il patriarca di Venezia Jacopo Monico, ed essendo corsa voce che egli con vari nobili avesse innalzato un'istanza per la capitolazione della città agli Austriaci, una turba di gente sobillata invase il 3 agosto 1849 il di lui appartamento, né ritrovando il prelato, devastò il piano inferiore, solito ad essere abitato dal conte Giovanni Querini Stampalia, cagionandogli non piccolo danno. Giovanni Querini morì il 25 maggio 1869, avendo prima, cioè il giorno 11 dicembre 1868, in atti del notaio Daniele Gaspari, fatto il proprio testamento, col quale istituì erede universale la Fondazione Scientifica, che volle stabilire col nome di «Fondazione Querini Stampalia». Quindi il palazzo Querini a S. Maria Formosa, ricco di scelta biblioteca, di quadri, medaglie ed altre antichità, è aperto oggidì ai visitatori con apposite stanze da studio, fornite dei migliori periodici italiani e stranieri.

La famiglia Querini Stampalia si estinse nel 1886.

Quintavalle (Squero o Campazzo, Campazzo, Fondamenta di) a San Pietro di Castello. La famiglia Quintavalle, chiamata anticamente pur anche Marturio, trasmigrò da Padova in Istria, e poscia a Venezia nel 430. Ebbe la podestà tribunizia, e da un antico strumento stipulato nel 680, si ricava che fino d'allora apparteneva al Consiglio. Produsse nell'880 un Pietro, patriarca di Grado, nel 955 un altro Pietro vescovo di Venezia, e nel 1220 un Bernardo, compagno di San Francesco. Si legge in un'antica cronaca che i Quintavalle «furono li primi che edificarono le stanze a Castello dove ora se chiama Quintavalle». Ed in un'altra che essi «fecero edificar tutte le case nell'ultima isola di Castello, et diedero il nome a detta isola di Quintavalle, il che fecero per lasciar memoria della sua famiglia». I Quintavalle vennero esclusi al chiudersi del M. C., ma vi furono riammessi nel 1310 in un Lorenzo, che pur esso era da S. Pietro di Castello. Una parte di questa famiglia, rimasta a Venezia, si estinse nel 1328; un'altra, passata nelle colonie di Candia, si estinse invece nel 1582.

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